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'L canton piemontèis dla letura

(L'angolo piemontese della lettura)
 
Carnevale Settimese 
 
Ricco di tradizione e di folclore, di personaggi ed usanze tipiche della memoria settimese il Carnevale cittadino da alcuni anni sta conoscendo una ripresa vitale.Tra le caratteristiche del Carnevale sono da mettere in evidenza i personaggi tipici di Settimo, il Gran Priore e la Bela Lavandera, oltre al tradizionale e originale "Process dla Veja", recuperato e riproposto grazie al Centro Studi Settimesi. Un cenno a parte merita la sfilata di carri allegorici che ha riconquistato l'interesse di un vasto pubblico.
 Il "Gran Priore" ricopre il ruolo di "Re" del periodo carnevalesco. Rosso e bianco i colori caratteristici: un lungo mantello, un cappello tricorno alla francese, camicia bianca e pantaloni rossi. Una figura che può essere fatta risalire ai tempi dei Saturnali romani, quando si eleggeva il "Re della Festa" che organizzava i giochi per il popolo nelle piazze
La "Bela Lavandera", figura femminile tipica di Settimo, fa risalire le sue origini, come dice il nome stesso "Bella Lavandaia", ad una delle attività peculiari del passato della comunità settimese. Si racconta che, a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, era consuetudine vedere ogni lunedì una lunga fila di carri, colmi di biancheria, trainati da cavalli, che si dirigevano verso Torino per portare la biancheria pulita e ritirare quella da consegnare la settimana successiva.Il "Processo della Vecchia" (Process dla Veja) è un vero e proprio processo che si svolge ai danni di una emblematica donna anziana che simbolicamente incarna i mali e gli avvenimenti poco piacevoli accaduti nel corso dell'anno appena concluso. La "Veja" viene accusata di ogni sorta di fatti, subisce un regolare processo e viene giudicata dal Grande Inquisitore e dalla Sovrana Giuria Popolare che emanano la sentenza, di condanna o di assoluzione. Nel caso di una condanna viene stabilita anche la pena da infliggere alla Veja, che può essere più o meno severa, più o meno rigorosa, a seconda della colpa che le verrà riconosciuta.
 
 
Le maschere di Torino: Gianduja e Giacometta
Le maschere di Torino sono Gianduia e Giacometta che ogni anno aprono la sfilata delle maschere. La maschera di Gianduia nacque circa 300 anni fa dalla fantasia di un burattinaio, che ebbe un enorme successo grazie al suo burattino chiamato Gironi, che in dialetto torinese significa Girolamo. Decise successivamente di cambiargli il nome quando conobbe in un paese nei dintorni di Asti, un simpatico contadino, molto furbo di nome Gioan d‘la douja, così soprannominato perché nelle osterie chiedeva sempre un boccale di vino che in dialetto piemontese si dice douja. Costui vestiva sempre con una lunga giacca marrone con bordi rossi, in testa aveva un cappello a tre punte, con un codino girato verso l’alto legato con un nastro rosso. Il suo nome venne quasi da subito abbreviato in Gianduia accrescendo ancor più il successo già riscosso da Gironi. Grande successo dimostrato anche dal fatto che il cioccolatino più celebre della città di Torino, ovvero quello fatto con le nocciole prese proprio il nome di Gianduiotto. Giacometta venne affiancata a Gianduja fin dalle origini del novecento, è il naturale complemento di Gianduja; coraggiosa e pratica come il marito mette con generosità il proprio buon senso a disposizione di chi deve risolvere un problema spinoso. Il prototipo della maschera si avvicina a quello della servetta, maliziosa e dal carattere forte ma gentile. Il costume è caratterizzato da una gonna lunga e larga, di ispirazione agli indumenti folkloristici piemontesi, alla quale accompagna una camicia con scialle ed un alto copricapo che le serra la chioma.
 
                                                      
 
Caramelle gianduja La maschera presta il suo volto e il suo nome anche a un altro dolce venduto in tutta la città di Torino nel periodo di Carnevale: le caramelle gianduja. Queste curiose caramelle sono fatte di zucchero lavorato in recipienti di rame con essenze di frutta: lo sciroppo colorato così ottenuto viene colato su tavoli di marmo freddo, e proprio a questo processo si deve la loro forma di grossa goccia trasparente. Una volta rassodate le caramelle vengono incartate a mano con grande cura. Se la loro origine è misteriosa e antica come quella del Carnevale, sappiamo per certo che le caramelle gianduja  una volta erano molto grandi. Si trattava cioè di una caramella da spezzettare e condividere con gli amici durante le sfilate dei giorni di festa. Nel tempo la caramella è diventata più simile ad un lecca lecca (oggi di solito la si trova in due versioni da 5 e 8 cm di diametro), e le prime tracce certe di questa produzione artigianale sono legate alla nascita della De Coster (1880), che riprende il dolcetto confezionandolo nel particolare incarto esagonale (quasi una preziosa saponetta) colorato dall’effige del buon Gianduja. Meno note dei celebri gianduiotti, queste caramelle sono per tutti i torinesi il simbolo zuccherato dei tempi andati, hanno il profumo dei coriandoli, delle giostre in Piazza Vittorio, del corteo delle mascherine che lanciava leccornie sulla gente. C’è un po’ di nostalgia in queste caramelle, che, come spesso accade, sono passate da delizia popolare a raffinatezza dei caffè storici e delle luccicanti pasticcerie del centro.
 
Ivrea: il Carnevale delle arance 
Famoso in tutta Italia e soprattutto all'estero, è lo storico Carnevale d'Ivrea, cittadina piemontese, in provincia di Torino. Il Carnevale di Ivrea è una delle feste più antiche e particolari del mondo, istituzionalizzata nel 1808. Protagonisti della festa sono alcuni personaggi la Mugnaia, l'eroina, al suo fianco il Generale, che fin dal 1800 hanno il compito di garantire un corretto svolgimento della manifestazione. Ci sono poi lo Stato Maggiore napoleonico, composto dagli Ufficiali a cavallo, e le Vivandiere. Completano la galleria dei personaggi storici il Sostituto Gran Cancelliere, il Magnifico Podestà garante della libertà cittadina, il Corteo con le Bandiere dei Rioni. Nel Carnevale si assiste alla rievocazione della ribellione popolare alla tirannia; un'insurrezione che trova il suo culmine nella spettacolare sfilata del corteo storico e nella suggestiva Battaglia delle arance, che riempe di colori e profumi la città e coinvolge tutti i partecipanti. Lo spirito dello Storico Carnevale rievoca la cacciata del tiranno dalla città avvenuta nel Medioevo: un barone che affamava la città venne scacciato grazie alla ribellione della figlia di un mugnaio (la Mugnaia) che non volle sottostare allo "jus primae noctis" e che accese la rivolta popolare.La battaglia prevede che squadre di aranceri a piedi difendano le loro piazze dagli aranceri su carri a colpi di arance (che rappresentano le frecce), mentre tra le vie della città sfila il corteo della Mugnaia che distribuisce dolci e regali alla popolazione.
Inoltre, alla sfilata tradizionale lungo le vie cittadine partecipano carri, gruppi folcloristici e bande musicali che provengono non solo da altre regioni italiane, ma anche da altri paesi europei. 
 
I fricieu  (frittelle piemontesi di Carnevale)
Deliziosi, i fricieu, le frittelle tradizionali di cui esistono infinite varianti in tutta Italia. La ricetta che vi proponiamo è tipica della zona delle Langhe e del Monferrato nel basso Piemonte. Da preparare e servire subito, caldissime.
In una terrina amalgamare con cura 200 grammi di farina 00, 1 bicchiere scarso di vino bianco secco, 3 tuorli d’uovo, 1 panetto di lievito di birra fresco sciolto in 3 cucchiai di acqua tiepida, la scorza grattugiata di 1 limone e un pizzico di sale. Lasciare riposare la pastella per un’ora in modo che gonfi bene, poi aggiungere i 3 albumi montati a neve ben ferma, 4 cucchiai di zucchero e, volendo, delle fettine di mela (anche renetta). Scaldare 3 bicchieri di olio di semi in una padella per la frittura e cuocere le frittelle per 5-6 minuti, finché non sono dorate. Servirle calde, cosparse con zucchero semolato.   
 
In biblioteca Archimede:
  • Un *certo sguardo : elementi di ricerca sul campo: il caso della Baìo di Sampeyre a cura di Piercarlo Grimaldi Collocazione: P 394.25 CER  
  • Dei selvatici : orsi, lupi e uomini selvatici nei carnevali del Piemonte di  Piercarlo Grimaldi  e  Luciano  Nattino. Collocazione: P 394.25 GRI
  • A la matin bonora : canti del lavoro e del carnevale di Ettore Galvani. Collocazione: P 782.421588 GAL
  • Il  pianeta Carnevale / Giovanni Aguzzi. Collocazione: P 394.2509451 AGU
  • Un *po' di allegria di carnevale : inserita tra le vicende importanti capitate negli anni 1946-1974  Rassegna dei carnevali "parrocchiali" settimesi del dopoguerra di Giovanni Bianco, Valerio Pagliero. Collocazione : PS 394.25 BIA   
Fonti:
 
http://www.regioni-italiane.com
http://www.comune.settimo-torinese.to.it
http://www.settemuse.it
http://lamiatorino.it
http://www.betulla.com
http://www.solofornelli.it
 
Responsabile della pagina: Rosalda Grosso