cosa leggiamo ad ottobre?
Seconda parte dei consigli di lettura del mese, scelti tra le novità in biblioteca!
Il museo delle contraddizioni, di Antoine Wauters
Collocazione 843.92.WAU
«Ecco perché siamo qui, perché siamo entrati. C’era la luce e volevamo parlare». È questo il desiderio che accomuna i personaggi de Il museo delle contraddizioni: giovani senza più speranze o ideali, anziani che invecchiano nelle case di riposo sognando la fuga, madri che non vorrebbero più essere tali, agricoltori rovinati dai regolamenti europei, ex pianisti, scultori, poeti trasformati in operai dalla necessità. I diseredati e disadattati di tutto il mondo, che improvvisamente prendono la parola per riappropriarsi di un discorso negato, svilito, privato di ogni significato dalle banalizzazioni e semplificazioni manichee del presente. Sono personaggi che parlano di sé stessi e per sé stessi, a un giudice, a Dio, al lettore, in questi monologhi in cui si entra in punta di piedi come in altrettante stanze di un museo. Un museo della contraddizione in cui nessuno è costretto a una scelta di campo; in cui si è liberi di lottare ma in tranquillità, di trovare un lavoro anche se non c’è, di costruire senza saper usare un martello, di disprezzare i soldi pur desiderando averne. Un museo dove le guide sono illustri, dal Barone rampante di Italo Calvino alle poesie di Sylvia Plath, da Roland Barthes alle opere di Verdi, e tutte puntano il dito contro le incoerenze del presente, amandole sia pure incolpandole, dipingendo il ritratto di una generazione che rivendica il proprio diritto allo spaesamento.
L'ultima notte di sole, di Nicola Madonia
Collocazione 853.92.MAD
Nico è intrappolato in una routine sempre uguale: mettere su la moka, coccolare il gatto, scrollare Instagram, fare la solita telefonata ai genitori… in un maldestro tentativo di sembrare un uomo prossimo ai trent’anni con tutto sotto controllo. Dietro le apparenze c’è però un mondo claustrofobico, abitato da insicurezza e ansia, che irrompe quando dopo un attacco di panico Nico si ritrova catapultato nell’universo delle sue emozioni. “Cammino attraverso i vicoli, cerco un essere vivente, un barlume di speranza, o semplicemente il segno del passaggio di qualcuno prima di me. Mi avvicino al parco, un luogo che di solito è un’oasi di gioia e risate ma le altalene sono ferme in maniera oscena, le panchine rotte e sbeccate. L’erba è secca e spelacchiata, incapace di sostenere il gioco di un bambino o il bastone di un anziano.” È in questo mondo così familiare e allo stesso tempo straniante che Nico dovrà avventurarsi ma è un viaggio che non farà da solo, ad accompagnarlo due bizzarri aiutanti: Moka, una gattina sfrontata con un paio di occhi verdi sempre vigili e affilati; e Doc, uno stropicciato orsetto di peluche che parla in terza persona e sa vedere solo il lato tenero della vita. Tra le vie deserte del suo paese, tra ricordi del passato e incontri inaspettati, Nico affronterà un percorso tortuoso e sarà costretto a scavare alla ricerca di quella felicità dimenticata in fondo a un cassetto. L’ultima notte di sole è un romanzo di formazione tenero e ironico, il viaggio di un ragazzo in lotta con i suoi demoni tra ricordi felici e rimpianti profondi.
Generazioni, di Federico Capeci
Collocazione 304.6.CAP
Con uno stile fresco e uno sguardo che si rivolge anche al mondo del cinema, della pubblicità, della musica, l'autore tratteggia il profilo delle almeno cinque diverse generazioni che oggi in Italia si confrontano, si scontrano... e talvolta si ignorano: sono la Silent Generation, i Baby Boomers, la Generazione X, i Post Millennials e, infine, la cosiddetta Generazione Alpha, quella dei bambini che attendono ancora, per la verità, di diventare una generazione. Questo libro parla di loro. Parla di noi. Chi siamo, perché vediamo le cose in modo differente a seconda della nostra generazione di appartenenza, quali aspetti ci contraddistinguono e quali caratteristiche, invece, ci accomunano. E ci parla anche delle opportunità che possono scaturire dalla sinergia intergenerazionale: che cosa una generazione potrebbe regalare all'altra o tende, inevitabilmente, a sottrarle?
Amici di una vita, di Hisham Matar
Collocazione 823.92.MAT
Per il giovane Khaled il Regno Unito è il luogo della libertà. Lo pensa sin da quando, nella sua casa di Bengasi, ha ascoltato la voce di un famoso speaker mediorientale leggere, sulle frequenze della Bbc, un racconto dello sconosciuto scrittore Hosam Zowa. Il potere dirompente di quelle parole non sfugge al quattordicenne Khaled, che ne serberà ancora la viva impressione quando, anni dopo, ne conoscerà per caso l'autore e legherà per sempre il proprio destino al suo. Giunto al diploma, Khaled opta per l'Università di Edimburgo; completati gli studi di letteratura e traduzione ritornerà in patria, assicura. «Non farti traviare» lo ammonisce suo padre alla partenza, ma non è alle solite tentazioni dell'adolescenza che si riferisce. A Edimburgo Khaled incontra Mustafa, un altro studente libico, come lui appartenente al ristretto gruppo dei «lettori», seriamente motivati allo studio e per questo tenuti d'occhio dalle «cimici» infiltrate. Con l'ardore e l'incoscienza dei ragazzi, Khaled e Mustafa decidono di partire per Londra e partecipare alla manifestazione anti-Gheddafi organizzata davanti all'ambasciata libica. Ma proprio dalla finestra di quell'ambasciata il 17 di aprile del 1984 parte una raffica che uccide una poliziotta e ferisce altre undici persone. È la fine della vita conosciuta, con i suoi legami, le sue certezze e i suoi progetti, e l'inizio di una nuova vita di vetro: non c'è luogo dove non ci si senta visibili e dunque in pericolo, non c'è momento in cui non si tema di andare in frantumi. Impossibile parlare con chicchessia dell'accaduto, impensabile tornare a casa, impervio andare avanti, nella vita, nel lavoro, nelle relazioni sentimentali. Solo chi ha conosciuto la medesima lacerazione può comprendere. Ma ciò che lega tanto strettamente può con facilità soffocare. Vent'anni dopo, alla vigilia della Primavera araba, la Storia presenta il suo conto, e il diverso modo dei tre amici di affrontare l'esilio, la perdita, la paura, l'amore e l'amicizia esplode in tutta la sua evidenza.
Contro le donne, di Sofi Oksanen
Collocazione 364.15.OKS
Dal suo ingresso a Berlino nel 1945 all’invasione dell’Ucraina, l’esercito russo ha fatto delle violenze sulle donne e dello stupro una vera e propria arma di guerra. Un pamphlet, come lo ha definito «Le Monde», «scintillante di rabbia», da una delle maggiori scrittrici d’Europa. Nell’Estonia invasa dai sovietici, la zia di Sofi Oksanen fu prelevata e interrogata per tutta una notte. Dopo quell’esperienza non avrebbe più parlato. Oksanen parte dalla storia di questa donna per affrontare i crimini sistematici compiuti dai soldati russi nel corso della guerra in Ucraina. Una denuncia che lascia emergere un quadro inquietante, nel quale un vero e proprio tentativo di genocidio si fonde con la volontà di Putin di fare della misoginia uno strumento chiave del suo sistema di potere. Un mezzo per tessere alleanze internazionali, al punto da costituire una minaccia ai diritti delle donne e delle minoranze nel mondo.
Tè per i fantasmi, di Chris Vuklisevic
Collocazione 843.92.VUK
Eccovi a Nizza. Attenzione: non la Nizza soleggiata della promenade des Anglais, ma una città verniciata di pioggia dove, in una stradina del cours Saleya, c’è una sala da tè in cui le porcellane si muovono come governate da fili invisibili. Lì, fagocitato dal soffice schienale di una poltrona, un signore loquace vi racconterà leggende del folclore locale. Come quella che aleggia su Bégoumas, paesino sepolto nei monti dell’entroterra dove, nel 1940, una donna di nome Carmina dà alla luce due gemelle: Félicité ed Egonia. La prima ha i capelli che imbiancano quando ancora è bambina; dalla bocca della seconda escono farfalle che invecchiano precocemente tutto ciò che toccano. E la storia prosegue: a metà degli anni Ottanta Félicité è un’accompagnatrice di anime che, servendosi di tè e tisane, aiuta i fantasmi rimasti bloccati tra i vivi a imboccare la via per l’aldilà; Egonia, come una strega, abita i boschi, nascosta agli occhi della gente. Sarà la morte improvvisa della loro madre a rompere il silenzio che separa le due donne ormai da trent’anni, da quando, in una notte d’agosto, fatti tremendi spopolarono il borgo in cui vivevano. Ora, insieme, devono trovare il fantasma di Carmina, senz’altro intrappolato in questo mondo, ancora impigliato nei nodi non sciolti del suo passato di donna che amava una figlia e ripudiava l’altra, donna inconoscibile dalle mille identità. La ricerca condurrà le sorelle dai vicoli di Nizza al deserto di Almería in un viaggio tempestoso tra sorprendenti segreti di famiglia, ultima occasione per liberarsi, una volta per tutte, dalle catene del passato.
Il femminismo non è un brand, di Jennifer Guerra
Collocazione 305.42.GUE
Oggi a un’adolescente basta aprire Instagram per imbattersi in riflessioni femministe (o pseudofemministe), risparmiandosi la necessità di unirsi a un collettivo o a un gruppo di autocoscienza. Brand di abbigliamento si improvvisano femministi e producono magliette in serie con frasi inneggianti al girl power. Pagine social e piattaforme digitali graficamente accurate alternano post o storie motivazionali a inserzioni pubblicitarie. Innumerevoli servizi immateriali propongono corsi sull’empowerment, sulla valorizzazione femminile, su come rendere più women friendly il proprio business. Inoltre l’ossessione recente per le celebrity femministe promuove l’idea che un certo tipo di femminismo sia da mettere in soffitta per fare spazio a un femminismo nuovo, egemonico, che nasconde sotto il tappeto i pensieri più radicali e si fa portatore di valori positivi, anche se profondamente contraddittori. Come scrive Jennifer Guerra in questo saggio acuto, la recente riemersione del soggetto politico femminista in un paradigma economico che non si fa scrupoli a capitalizzare i temi sociali in nome del profitto ci pone di fronte a delle sfide nuove. Il primo nodo da sciogliere è se le aziende e i marchi si meritino il «patentino» del femminismo e il secondo, forse più impegnativo da sbrogliare, riguarda l’influenza che la nuova postura della brand identity esercita sulla pratica femminista. Per tentare di dare una risposta a queste domande, è necessario capire come si è arrivati a questo punto.
Cactus 34, di Vito Miccolis e Andrea Roncaglione
Collocazione 853.92.MIC
Estate, tempo di vacanze. Due anziani amici - uno brontolone, l'altro estroverso - si trovano in villeggiatura al mare con un soggiorno ASL per la quarta età presso la pensione convenzionata Serenella: le loro piccole abitudini, il normale scambio di messaggi del brontolone con una nipote diciottenne. La noia della quotidianità e del tempo che è passato troppo in fretta, ma che lì al soggiorno ASL sembra non passare mai. Una mattina a colazione, con grande costernazione del brontolone, quello estroverso si mette a raccontare a lui e ad alcune persone sedute al tavolo accanto una storia molto poco verosimile. Racconta d'essere atterrato sulla Terra da un altro pianeta, sessant'anni prima: era in missione per conto della Federazione dei Pianeti Uniti di Muffa - il suo pianeta natale, dice - e doveva andare nel deserto del Mojave per raccogliere informazioni sui cactus. Avrebbe dovuto fermarsi sulla Terra poche ore, ma a causa d'una serie di sfortunati eventi è finito dov'è finito - non nel Mojave - e, quel che è peggio per lui, ci è rimasto. Inizia così il racconto di questa storia «fantascientifica», che si dipana per tutto il libro fino al finale a sorpresa, ma sotto e intorno a questa ne emerge a poco a poco un'altra, fantascientifica anch'essa. C'è qualcosa di inquietante alla Serenella, nelle persone intorno ai nostri due, ex comici, e anche nei pensieri e nei ricordi dell'io narrante (quello brontolone). Scopriamo allora che siamo nel futuro, un futuro abbastanza prossimo, e che sulla Terra s'è verificato un cambiamento negli esseri umani che - per quanto profondo - non è ben chiaro quali effetti abbia avuto in concreto. Di sicuro, ha sconvolto la vita dei due protagonisti del libro, ed è una vicenda ben più strana, forse, della storia di Muffa. O forse no.
Effetto strega. L'incantesimo, di Juliette Cross
Collocazione 8SF.CRO
Violet Savoie ha un piano, o meglio un sogno: aprire uno studio di tatuaggi riservato agli esseri sovrannaturali e specializzato in magie permanenti. Indovina potentissima, padroneggia qualsiasi incantesimo, eccetto quello che potrebbe permettere a Nico, amico e partner in affari, di controllare il suo lato bestiale da lupo mannaro. Sin dal loro primissimo incontro, Nico, infatti, è disposto a tutto pur di poter corteggiare Violet e rubarle il cuore, compreso rinunciare a parte della sua natura. Tuttavia, quando la strega di cui è innamorato scompare misteriosamente, non si fa scrupoli a ricorrere al lupo mannaro che è in lui pur di ritrovarla. Niente e nessuno, neppure la più terribile delle minacce, può tenerlo lontano da Violet. Ma se il più grande nemico di Nico fosse ancora una volta nascosto dentro di lui? Una strega sexy e potentissima. Un lupo mannaro selvaggio. Nessun incantesimo può tenerli lontani...
La famiglia è ancora qui, di Lisa Jewell
Collocazione 823.92.JEW
2019. È mattina presto quando l’ispettore Samuel Owusu riceve una chiamata: sulle rive fangose del Tamigi è stato ritrovato un sacco nero contenente resti umani. Gli accertamenti della Scientifica portano a un vecchio caso che aveva visto coinvolti marito, moglie e un terzo uomo, trovati morti, allineati a terra come in un rituale, nella cucina della loro elegante casa di Chelsea, una bimba di pochi mesi, piangente, al piano di sopra, e i due figli adolescenti svaniti nel nulla. Un cold case fatto di indagini senza sbocco, profili di dna ignoti, ombre inquietanti di una setta. Un triplice suicidio mai accertato e una duplice scomparsa. Anche Rachel Rimmer viene svegliata da una telefonata. Suo marito Michael è stato trovato morto nella cantina della sua villa di Antibes, in Francia. Nessuna effrazione, allarme disinserito. Qualcuno dev’essersi introdotto per poi aggredirlo con un’arma da taglio. La polizia francese vorrebbe che Rachel rispondesse a un po’ di domande su Michael, sul suo passato, le sue frequentazioni. Domande a cui Rachel non ha alcuna intenzione di rispondere. Dopo essere fuggita da Londra trent’anni prima incalzata da un’orribile tragedia, ora Lucy Lamb può tornare lasciandosi alle spalle un’esistenza all’insegna della precarietà. Un’inaspettata eredità le consentirà finalmente di trovare una sistemazione più che decorosa per sé e i suoi due figli e di lasciare l’appartamento di suo fratello Henry, dove non sono i benvenuti. Anche perché Henry se n’è andato, in cerca di una persona del loro passato, quel passato che non possono dimenticare.